Kosherfest 2017: il Consorzio Emilia Alimentari protagonista negli USA nella più importante fiera dedicata ai cibi kosher

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Con Azienda Agricola Bertinelli e Fattorie Emiliane il Consorzio Emilia Alimentari è presente alla rassegna di Secaucus, NJ

Reggio Emilia – Parlerà anche un po’ emiliano l’edizione di quest’anno di Kosherfest (Secaucus, NJ, 14-15 novembre), la più importante rassegna fieristica a stelle e strisce dedicata ai cibi kosher (prodotti cioè seguendo le regole religiose che dominano la nutrizione del popolo ebraico osservante) grazie alla presenza di due aziende del aziende del Consorzio Emilia Alimentari (30 aziende associate, mission l’internazionalizzazione dei prodotti alimentari emiliano-romagnoli, sede a Reggio Emilia): Azienda Agricola Bertinelli e Fattorie Emiliane che sono volate negli States anche in rappresentanza delle altre aziende consorziate interessate a questo particolare segmento di mercato in continua crescita.

Kosherfest è una fiera annuale di due giorni dedicata all’industria alimentare certificata kosher che si svolge presso il Meadowlands Exposition Centre di Secaucus, nel New Jersey. Considerato un’importante vetrina per le tendenze alimentari e le innovazioni dell’industria alimentare kosher, Kosherfest è un evento B2B, cioè chiuso al pubblico, a cui sono ammessi unicamente produttori, fornitori, grossisti, acquirenti, ristoratori, negozi e personale dei media, inclusi fotografi e food blogger. Le tendenze recenti osservate al Kosherfest includono alimenti senza glutine (nel 2013 i prodotti senza glutine rappresentavano circa il 20% degli alimenti esposti), yogurt greco, alimenti biologici, offerte vegane e prodotti senza latte. Oltre al “nostro” Parmigiano Reggiano.

«Prestiamo da tempo molta attenzione al segmento di mercato kosher – spiega Enrico Zoni, presidente del Consorzio Emilia Alimentari – poiché da tempo esso rappresenta un interessante sbocco di mercato per le imprese agricole. I cibi certificati a fini religiosi – come il kosher per le comunità ebraiche – sono in costante crescita nel paese e ci si è resi conto che la certificazione rappresenta un ottimo viatico per l’export soprattutto negli Usa dove molte catene di supermercati americani la richiedono poiché risulta gradita anche ai consumatori non ebrei in quanto garanzia di salubrità e sicurezza alimentare».

«Al mondo – continua Zoni – il segmento kosher vale 150 miliardi di dollari e ogni anno 2500 nuovi prodotti diventano kosher al pinto che la stampa americana ha sentenziato che la certificazione kosher è una delle migliori decisioni di business che un’azienda possa prendere».

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